La vicenda delle Terme di Montecatini e delle Leopoldine richiede a nostro avviso la massima attenzione in merito alla diffusione di notizie o indiscrezioni alle volte anche inesatte che potrebbero danneggiare gli interessi della società e della città. Quando investitori privati presentano progetti, offerte economiche e proposte, la società e i soci fanno le valutazioni del caso e successivamente procedono con evidenza pubblica su mandato degli organismi preposti. Questa è la massima garanzia di informazione, trasparenza e serietà nel portare avanti le negoziazioni.
Il nostro piano per le Terme è chiaro e definito.
Siamo contrari alla vendita con asta della società e siamo favorevoli a processi di privatizzazione mirati per rigenerare gli stabilimenti e dotare la città delle nuove offerte di mercato. La via maestra è quella di affidamenti di lunga durata con investimenti a carico del gestore, ovviamente scomputati (ovvero scontati) dal canone di locazione.
Eventuali processi di vendita, che non auspichiamo , qualora imprescindibili per avviare gli investimenti privati, dovranno essere funzionali alle necessità dell’economia cittadina e concordati con soggetti referenziati e solidi.
Cosa significa? Che la strada che crediamo sia giusta non è svendere il bene a beneficio di un qualsiasi progetto: il bene, ovvero la proprietà dell’edificio dovrebbe rimanere a Montecatini Terme, dovrebbe rimanere ai suoi cittadini, e bisogna sorvegliare affinchè non venga svenduta, cosa che abbiamo dovuto fare costantemente.
Nelle campagne elettorali si vede e si sente di tutto sulle Terme: noi non abbiamo paura di affrontare la realtà neanche adesso, soprattutto dopo aver evitato i fallimenti e le aste che affliggono altre stazioni termali. Non fermiamo importanti trattative per paure elettorali, non è il consenso, ma è il senso del lavoro che deve essere fatto: servono attenzione, fatica e serietà per porre delle regole alle privatizzazioni.