Terme: situazione a un punto di non ritorno.

In assenza di investimenti pubblici la privatizzazione è l’ultima opzione prima del baratro.
La situazione delle Terme di Montecatini è arrivata ad un punto di gravità tale da rendere ineludibili interventi drastici e straordinari. A fronte della certezza di un esito infausto per le sorti della Azienda termale e della Città, stante l'assenza di interventi pubblici a risoluzione della crisi, l'unica opzione possibile per tentare il salvataggio e il rilancio di un patrimonio che si appresta ad entrare in UNESCO è quella di un aumento di capitale riservato a investitori privati. Deve essere chiaro a tutti che non esiste una alternativa a questa opzione se non l'accesso a percorsi lunghi e drammatici e che tutti i tentativi espletati per l'apporto di investimenti pubblici non hanno avuto esito. Quindi, considerate la gravissima situazione socio-economica in cui versa la Città e la situazione amministrativa che abbiamo di fronte, abbiamo ritenuto doveroso partecipare attivamente al tentativo di far entrare capitali privati nella società, presidiando tutti i processi ad esso collegati. Le linee guida approvate per il bando e per il nuovo statuto , condizionato al positivo esito della selezione, contengono le necessarie condizioni poste a garanzia degli investimenti e della loro corrispondenza con l'interesse generale cittadino. A questi si aggiungono lo strumento urbanistico della destinazione d'uso degli immobili e la concessione mineraria , che fanno capo al Comune, i quali garantiscono un adeguato indirizzo pubblico e una necessaria coerenza degli investimenti con la storia della Città e con le sue esigenze di sviluppo futuro. I particolari saranno resi pubblici dalla società attraverso la pubblicazione dell'avviso di selezione dei sottoscrittori dell'aumento di capitale. Nel programma che avevo in mente in caso di una mia elezione a Sindaco, era previsto il mantenimento della proprietà pubblica con locazioni di lungo periodo e investimenti a carico del privato con scomputo dai canoni di affitto. L'obiettivo era quello di una proprietà pubblica unitaria con la creazione di rami di azienda ai quali assegnare gli immobili per una offerta diversificata e integrata, corrispondente ai vari segmenti di mercato turistico che la Città è storicamente in grado di intercettare: sanità termale, benessere termale, cultura, sport, enogastronomia ed altri ancora. Nonostante l'attuale posizione di minoranza ricoperta in Comune, e la conseguente impossibilità di attuare il programma amministrativo che avevamo pensato, non riteniamo giusto sottrarci al ruolo di responsabilità che ci compete.
Di seguito, per rendere un servizio ai cittadini, una nostra mozione consiliare che ripercorre anche sinteticamente la storia delle Terme dal 1997 ad oggi.

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*     23 Novembre 2019
*     Montecatini Terme
Il Consiglio Comunale di Montecatini Terme
PREMESSO CHE
La Legge 15 marzo 1997, n. 59 (Ex Bassanini), all’art.22, dispose il trasferimento, a titolo gratuito, alle Regioni, Province e Comuni delle partecipazioni azionarie, attività, beni, personale, patrimoni, marchi, pertinenze delle aziende termali inquadrate nell’ex EAGAT, previa presentazione di un piano di rilancio al Ministero del Tesoro.

TENUTO CONTO CHE
In virtù di tale ultima disposizione normativa furono trasferite a titolo gratuito alla Regione Toscana ed al Comune di Montecatini Terme le partecipazioni azionarie della Spa Terme di Montecatini;
Le azioni sono state trasferite gratuitamente ai due soci perché la partecipazione alla società è ex lege strategica per il perseguimento di interessi pubblici o comunque collettivi perseguiti dalla società come determinante motore propulsivo della comunità nei suoi aspetti peculiari (lavoro – impresa – commercio turismo);
il trasferimento è in qualche modo riconducibile a una sorta di sussidiarietà verticale poiché ha attribuito il capitale sociale della società a un Ente locale (Comune) e un Ente territoriale (Regione) ontologicamente vocati alla tutela degli interessi della comunità in questione, ancorché sia il Comune l’Ente più vicino alla collettività (e quindi all’assetto socio-economico) che la società deve in qualche modo contribuire a “sviluppare”;

PRESO ATTO
Che al momento del trasferimento delle azioni da parte dello Stato il capitale sociale era di € 6.967.952,00 così suddiviso: € 3.483.926,00 Regione Toscana
€ 3.483.926,00 Comune di Montecatini Terme
€ 100,00 Terme di Agnano

DATO ATTO
che dopo il fallimento della privatizzazione della gestione della società, avvenuto nel 2002 che lasciò pesanti strascichi economici e giuridici, la Giunta comunale in data 6.11.2007 prese atto del Piano industriale per complessivi € 64 milioni e decise l’avvio dell’esecuzione di una prima parte per i lavori alle Leopoldine, Redi Tettuccio Regina.
Al tempo di queste decisioni, il bilancio della società al 31.12.2006 si era chiuso con una perdita che sfiorava i tre milioni di euro, mentre quello al 31.12.2007 con una perdita di oltre 3.000 ml di euro.

Nonostante tale situazione :
- venne incaricato l’arch. Fuksas non solo della progettazione di aree limitate ma di un masterplan concernente l'intera città con un compenso di 1.000 ml di euro oltre Iva e del 10% sull’importo dei lavori che dovevano essere eseguiti;
- venne sottoscritto il contratto di appalto per lo stabilimento Redi nel luglio 2007, pertanto senza risorse finanziarie per poter provvedere alla copertura dei costi di ristrutturazione,
- venne sottoscritto a dicembre 2008 il contratto di mutuo ipotecario con il pool di banche per 33.800 ml di euro caratterizzato in tre linee di credito – Mutuo fondiario 20.3 ml di cui utilizzati 12ml di euro
Finanziamento rotativo per un massimo di 8 ml per estinguere i finanziamenti preesistenti ( utilizzati)
Linea Iva per un massimo di 5.500 ml ( non utilizzata)
Il finanziamento rotativo non era destinato alla copertura degli investimenti ma all’estinzione dei debiti che la società aveva accumulato a causa delle ingenti perdite intervenute nel corso degli anni.
Per un mutuo di importo così ingente, si prevedeva il rimborso in soli 15 anni, ed è chiarissimo anche a coloro che sono assolutamente estranei alla materia che la società avrebbe dovuto avere bilanci in utile per ml di euro per rimborsare alle scadenze.
Nel contratto si prevedeva anche che la società doveva destinare a rimborso anticipato del finanziamento una quota parte della vendita degli immobili non strategici che nel piano industriale dovevano servire a finanziare l’ambizioso progetto.

RICORDATO
Che nel corso degli anni, dopo il trasferimento ex lege, sono stati effettuati dai soci aumenti di capitale finalizzati ad investimenti e alla gestione della società mai risultata in pareggio di bilancio in misura non proporzionale così che gli assetti societari sono mutati. Complessivamente, la Regione ha versato in termini di aumento capitale Euro 14.472.834,00 (la somma di Euro 7.500.000 corrisponde ad azioni privilegiate senza diritto di voto) e ad oggi ha il 67,11% della partecipazione; il Comune ha versato in termini di aumenti di capitale Euro 5.312.834,00 e ad oggi ha il 32,88% della partecipazione. (I cambiamenti nell'assetto societario, attribuibili alla evidente maggiore capacità economica della regione rispetto al Comune, hanno avuto inizio con l'Assemblea dei soci del 19.12.2008, che deliberò un aumento di capitale di 9 milioni in azioni privilegiate poi dalla stessa sottoscritto per 4,5 milioni in data 31.7.2009. Nel bilancio del Comune, non erano presenti i 4,5 milioni necessari alla sottoscrizione della quota comunale).

PRESO ATTO CHE
A fronte di questa situazione societaria di fatto compromessa si è dovuto gestire negli ultimi anni:
a) aumento dei costi degli investimenti che nel piano industriale originario non erano stati ipotizzati sulla progettazione esecutiva o quantomeno definitiva. Per le Terme Redi il cui investimento iniziale era previsto per 7.970.000 ml ha avuto un consuntivo di 11.618.000. Per le Leopoldine, a fronte di un preventivo di 15 milioni circa, si è proceduto nel 2008 all'avvio dei lavori senza un progetto esecutivo e senza approfonditi studi tecnici sulla portata della rete idrica termale, perdendo nel tempo il controllo dell'opera la cui realizzazione è stata interrotta nel 2010;
b) conseguenti e di fatto non sostenibili revisioni del piano industriale per poterlo adattare ai nuovi costi degli investimenti che la società di fatto non era assolutamente in grado di sostenere;
c) insostenibilità del mutuo e sua interruzione; cronicizzazione della situazione debitoria e delle perdite di gestione anche a discapito delle ricapitalizzazioni poi bloccate per disposizioni legislative e di oltre 17 milioni di Euro provenuti dalle vendite di patrimonio immobiliare; rischio di fallimento della società con conseguente allontanamento di investitori e acquirenti, nonché progressivo depauperamento dell'azienda;
d) interventi a livello di scelte urbanistiche sugli immobili termali necessari per una loro valorizzazione. Va infatti ricordato che al tempo del piano industriale alla base del mutuo l'amministrazione in carica, in totale accordo con quella regionale, prevedeva di poter ricoprire l'importo del finanziamento con parte delle vendite degli immobili termali non strategici, senza però porsi il problema di una loro valorizzazione.

DATO ATTO
che a seguito del D.Lgs 175/2016 (cd Decreto Madia) la Regione Toscana ha ritenuto non ammissibile ai sensi dell’art. 4 comma 2 del precitato decreto la partecipazione azionaria in Terme di Montecatini stimando che la prestazione di servizi termali , anche se in astratto e a certe condizioni poteva configurarsi come servizio di interesse generale, in concreto è svolto come un servizio erogato dietro corrispettivo economico sul mercato e di conseguenza le partecipazioni azionarie sono state inserite nel piano di razionalizzazione;
che con Decreto del Presidente della Giunta regionale N. 161 del 28 Settembre 2018 si escludeva per un anno la Società Terme di Montecatini Spa dal piano di razionalizzazione periodica delle partecipazioni regionali, prendendo atto che l'Amministratore Unico informava i soci , con nota PEC del 30 luglio 2018, del sopravvenire di elementi positivi consistenti in offerte per l'acquisto e/o la gestione di immobili, che di fatto in ipotesi aprivano la strada ad un diverso percorso di razionalizzazione consistente in dismissione del patrimonio immobiliare non strategico volto a risanare la situazione economico- finanziaria della società che non si è poi concretizzato

RICORDATO
che il Comune di Montecatini Terme ha invece ritenuto ammissibile la partecipazione azionaria nella società ( Delibera C.C. n. n. 79/2017) in quanto trattandosi di partecipazioni pervenute gratuitamente ex lege è stato lo stesso legislatore ad individuarne l’utilità nelle finalità istituzionali per lo sviluppo economico del territorio e perché lo sfruttamento delle acque termali è servizio di interesse generale e collettivo, considerate le finalità terapeutiche e curative delle acque termali, sia l’importanza delle stesse per l’economia cittadina che ha basato e basa il proprio sviluppo turistico – economico nella valorizzazione e nello sfruttamento delle acque esistenti nel compendio termale;
che, inoltre, il Comune di Montecatini Terme ha iniziato ad acquisire patrimonio della società con fondi propri e con fondi statali al fine di rigenerarlo e al contempo evitando così drammatici esiti per Terme di Montecatini:
Parco Termale per un valore di Euro di 2,650 Milioni di Euro;
Palazzina Regia per un valore di 3,530 Milioni di Euro;
che oltre a questi incassi, la Società ha transato con UnipolSai Assicurazioni a seguito della sentenza n.2017/2017 della Corte di Appello di Firenze, incassando Euro 5.500.000

PRESO ATTO
che queste sopravvenienze hanno evitato il fallimento della Società, permettendo alla stessa di avviare finalmente un processo di risanamento dal debito - anche grazie al parallelo miglioramento del MOL aziendale – ma che da sole non sono sufficienti per addivenire ad un nuovo piano industriale che garantisca da un lato un accordo con i creditori e dall'altro le condizioni per il rilancio delle attività delle gate ai beni termali e quindi dell'economia cittadina;

ATTESO CHE
l'Assemblea dei soci del 25 Luglio u.s. ha impartito all'AU, a mezzo di una delibera di giunta regionale, precisi indirizzi per la redazione di un Piano di risanamento aziendale da presentare al ceto creditizio entro il 10 Settembre al fine di raggiungere un Accordo di risanamento ex art 67 LF oppure un Accordo di Ristrutturazione ex art 182 bis LF;
questo Piano, predisposto dalla società KON, si basa esclusivamente sulla dismissione del patrimonio societario da affidare ad una apposita società specializzata nella vendita immobiliare scelta all'interno di una rosa di nomi di gradimento degli Istituti bancari e pagata da Terme di Montecatini S.p.A., che sarebbe inoltre affiancata da un ulteriore Advisor incaricato per la parte dell'assistenza legale;
il succitato Piano appare incentrato su un mero intento liquidatorio, in quanto sfuggono al Consiglio le iniziative e la visione legate al rilancio dell'offerta connessa al patrimonio termale e i destini stessi della Società e dell'economia cittadina, che assisterebbero alla vendita , se non alla svendita, del patrimonio plurisecolare che risulta ipotecato :
Tettuccio, Regina, Salute, Tamerici, Redi, Excelsior, Grocco, Torretta, Leopoldine;
considerata la situazione societaria appare inoltre difficile, se non improbabile, possano in questo contesto realizzarsi delle vendite, tanto che gli Istituti bancari richiedono precise garanzia ai soci in caso di mancato realizzarsi del Piano di dismissione;

TENUTO CONTO CHE
La Città, con le sue Terme, si è candidata ad entrare nel patrimonio mondiale dell'umanità (UNESCO);
Questo patrimonio, se la Città vuole trasmetterlo alle future generazioni, deve essere messo in sicurezza e rilanciato con nuove e appropriate forme di gestione;
Eventuali operazioni di liquidazione o peggio ancora il fallimento delle Terme di Montecatini, comprometterebbero questo progetto epocale, nonché la storia e il futuro di un'intera Comunità;
Non è più rinviabile una soluzione definitiva del rapporto debitorio con i creditori in quanto preclude ogni iniziativa di mercato.

DA INDIRIZZO
Al Sindaco, di concordare con la Regione una operazione immobiliare finalizzata all'acquisto del patrimonio o di parte del patrimonio termale, al fine di metterlo in sicurezza e di rilanciarlo con nuove forme di gestione anche privata. Questa operazione, la cui fattibilità tecnico-giuridica dovrà essere asseverata dagli uffici competenti, sommata a quelle precedentemente citate e alla transazione con UnipolSai, avrebbe inoltre il pregio di determinare ricadute positive sulla Società Terme di Montecatini S.pA. , impegnata a fronteggiare il debito con i creditori, potendo questa liberare dalle ipoteche anche il patrimonio non acquisito dai soci mettendolo così in salvo.
Considerato l'elevato rischio di procedure fallimentari, di ritenere prioritaria l'acquisizione del Tettuccio, vero e proprio bene monumentale, simbolo della Città di Montecatini Terme, andando così a completare l’offerta culturale museale avviata con l’acquisto della Palazzina Regia, effettuato dal Comune con fondi CIPE tramite progetto regionale.
Di presentare a questo Consiglio Comunale , nei tempi previsti dalla Delibera di Assemblea dei soci di Terme di Montecatini S.p.A. del 25 Luglio u.s., un Piano di risanamento che sia di rilancio e di valorizzazione degli immobili liberati dalle ipoteche , anche attraverso privatizzazioni, a questo punto realizzabili, che garantiscano gestioni in grado di rilanciare l’offerta cittadina e investimenti connessi.
Questo Piano, dovrà anche contenere la previsione del pareggio della gestione caratteristica, che non può prescindere dall’aumento dei ricavi derivanti da servizi termali. Al riguardo questo Consiglio ritiene non rinviabile l’introduzione nella società di una figura di comprovata esperienza di termalismo. Allo stesso tempo questo Consiglio giudica inopportuni interventi che prevedano il taglio degli stipendi dei dipendenti.
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